Tempo fa si svolse una discussione su quale fosse il criterio più funzionale per ordinare i libri della propria biblioteca. Umberto Eco, Giorgio Bocca e altri si divisero sostenendo soluzioni
Trentino di Denno, è un simbolo della Calabria. Non ha perso l’accento della sua terra e, a sentirlo parlare così pacatamente e con tanta dolcezza, non sembra possibile che dalla
Questa è una Calabria da esportazione. I filari di viti coprono duecento ettari, anche dal promontorio più alto lo sguardo non può contenerli tutti, si distinguono alcune zone coltivate a
Vera di nome e di fatto. Una vita da sindacalista da quando era ragazza e si batteva per i diritti delle raccoglitrici di olive, a oggi che è il segretario
Voglio fare il fotografo di teatro. Viene da pensare al bambino che cocciutamente dice quello che vuole fare da grande e che non sempre mantiene la promessa. Come poi un
Quando lei non c’è i malati terminali di Aids si sentono orfani. Una donna minuta, sembra ancora più piccola nel suo abito bianco, il dolce volto definito dal copricapo dello
Una vita da magistrato, tante decisioni da cui è dipesa la sorte di centinaia di persone, storie, passioni, travagli e un grande dolore. Un modo di fare all’antica, anche le
Dietro un successo c’è sempre una storia. Dietro quello della clinica Sant’Anna di Crotone, uno dei centri del risveglio di cui la Calabria, l’Italia e l’Europa menano legittimamente vanto, c’è
In altri tempi nemmeno tanto lontani, e non solo nel Sud, sarebbe finita all’indice. Ma i tempi sono cambiati e anche il Sud non è più lo stesso, lo dimostra
Nei testi che parlano di lui si legge: Alfredo Pirri nasce a Cosenza il 25 gennaio 1957, vive e lavora a Roma. Il legame con la Calabria inizia e finisce
Non ama parlare del suo privato, tiene alla riservatezza come un magistrato di altri tempi anche se difende con forza le novità di una professione che si è profondamente rinnovata.
Nelle foto ha quasi sempre uno sguardo serio, ai limiti della durezza. In effetti il suo modo di agire, fermo e severo, non è lontano da quest’immagine. Pur tuttavia, tra
Il mensile “Il nuovo corriere della Sila” diretto da Saverio Basile dedicò ampio spazio a un dibattito svoltosi a san Giovanni in Fiore due giorni dopo la manifestazione di Reggio
Era il 1975. Sindaco di Castellammare il socialista Antonio Capasso, ci si apprestava a preparare il bilancio di previsione per il 1976. Io ero consigliere comunale. Mi venne l’idea di
Pubblico, d’accordo con Giuseppe Improta, mio vecchio compagno di lavoro, giornalista, docente e storico locale, questo suo studio, pubblicato sulla rivista “Il Tetto”, che ricostruisce alcune storie e vicende degli
Ho appena appreso, e visto l’immagine, che Antonio Gargiulo ha restaurato l’affresco del salone di quella che una volta fu, e nacque così, la sezione Lenin del Pci di Castellammare
“Gioventù democratica”. Marzo 1966, il mio primo giornale , stampato con il ciclostile trovato nella sezione Lenin del Pci di Castellammare con articoli miei, di Giuseppe Clemente e Franco Perez.
Parto dall’autore. Franco Foglia è un fotografo, un grande fotografo. Lo fa per passione, per diletto, forse perché ha il tempo per farlo o non ha altro da fare, ma
Per le elezioni comunali del 17 aprile 1977 a Castellammare di Stabia realizzammo un programma elettorale del Pci davvero particolare. Non solo per i testi ma per le immagini. Chiesi
A proposito della stampa stabiese: l’avventura di Nuova Iskra periodico della gioventù comunista di Castellammare di Stabia. 1967 – 1972 articolo del dott. Raffaele Scala – Vedi link articolo originale
Ennio Simeone mi lascia, e non è la prima volta, un giornale autorevole. Ringraziarlo per questo e augurargli grandi successi nella nuova iniziativa editoriale del nostro editore a Roma potrebbe
Chi scrive convive da tempo con la dolente sinfonia delle sirene. Affacciandosi su una strada che collega i maggiori ospedali di Napoli e del Sud il noto e ormai familiare
Ci sono date che segnano la storia e ci sono luoghi in cui eventi significativi assumono valenza che supera i propri confini, come Castellammare dove in tempi non lontanissimi anche
Da anni nel portafogli di mia moglie c’è la foto di un ragazzo. Si chiamava Marco Altomare, aveva diciassette anni, faceva il rapinatore ma la fedina penale era ancora pulita,
Innanzitutto era una persona buona. Lo so per me ma so che mai lo mosse un sentimento cattivo nei confronti di qualcuno. Scaturiscono da questa convinzione il dolore e le
Una foto e una poesia scritta a mano. Le ho ritrovate tra le “carte” e i ricordi sono riaffiorati limpidamente e ho rivisto con gli occhi della memoria Pino Simonelli.
di MATTEO COSENZA In un piccolo paese calabrese c’è il primo stemma marmoreo del Vicereame di Napoli, finora poco studiato e, quindi, praticamente sconosciuto, in cui per l’ultima volta compaiono
Ha ragione Arnaldo Amato a ricordare la seconda condanna caduta sul capo dei familiari delle vittime del terrorismo, dopo quella della perdita insanabile di un padre, di un fratello, di
Queste mogli di calciatori che decidono di scappare da Napoli sanno di già visto, di un vecchio e abusato copione che si ripete e che inquieta inevitabilmente anche chi della
D’accordo, maledetta napoletanità! L’invettiva di Gigi di Fiore riassume un sentimento ricorrente e rinverdito all’infinito. E ritorna il tema del restare o andarsene, al quale si acconcia opportunisticamente anche chi
Ha un senso raccontare la città, magari denunciandone anche le magagne, partendo dal generale e sfiorando qualche volta il particolare per lo più genericamente. È difficile il contrario. Ed è
Un balzo indietro di quarantadue anni. L’ho fatto leggendo di questo saggio di Raffaele La Capria su Napoli e l’articolo “coraggioso” di Antonio Polito nella sua rubrica domenicale. Un tuffo
BALCONE Quello di piazza Venezia? Quello di Rosina? Il sovrano? O il celeste? Quello dell’anima? O quello d’Oriente? E perché non quello in ferro e panciuto? Largo all’immaginazione. Ma poi
Se nomen omen capirete che il mio cuore batte per Matteo, poi ricordo di essere napoletano per scelta di vita e di lavoro da quasi mezzo secolo e allora lascio
Il filmato dell’Istituto Luce sulla visita di Hitler a Napoli, riproposto sul sito del Corriere del Mezzogiorno, non lascia indifferenti, come e più di quelli sulle folle oceaniche di Trieste
Sapevo che da un momento all’altro sarebbe arrivata la notizia. Da settimane la figlia Alessandra ci diceva che le cose non andavano bene e ci sconsigliava di andare a trovarlo
Sono italiano perché da bambino mi dicevano che lo ero. Sono italiano perché sulla carta geografica, che la maestra aveva alle sue spalle, l’Italia mi sembrava una persona di famiglia.
L’amarezza è la sua cifra per scandagliare quella Napoli non più«bagnata dal mare» di Matteo Cosenza Quando conobbi Luigi Compagnone, con il quale ebbi poi una quasi quotidiana frequentazione per
Gli errori si pagano. La “mia” città sta pagando. Se osservo l’indefinito e infinito cantiere di Bagnoli e ricordo l’acciaieria di Nitti e la sua classe operaia svanita nel nulla,
Quando ho scritto l’articolo su Castellammare non immaginavo che potesse suscitare un dibattito e per di più così intenso. Non volendo, evidentemente ho toccato dei nervi scoperti anche se il
di PIERO ANTONIO TOMA La bufala sulla cultura che non paga potrebbe essere assimilata a quella sulla fede. Matteo Cosenza, giornalista di lungo e autorevole corso, ce lo conferma nel
di RAFFAELE BUSSI “Padre Pio: il vero miracolo” è il titolo del recente saggio di Matteo Cosenza, giornalista di lungo corso, saggista e critico, che l’editore Rogiosi ha di recente
di ROBERTO LOSSO È difficile da maneggiare, l’ultimo libro di Matteo Cosenza («Padre Pio, il vero miracolo», Rogiosi Editore). Leggerlo non basta. Bisogna viverlo. Quasi fosse la rappresentazione riflessa di
di ClAUDIA PRESICCE Un giorno di molti anni fa un giornalista del Mattino venne chiamato dal direttore, a quel tempo Paolo Graldi, per un nuovo incarico. Doveva andare a San
di FLORIANA GUERRIERO «Non ero andato in Puglia per convertirmi e non mi sono convertito. Sui miracoli ho le mie opinioni e non sono cambiate. Ma un miracolo io lo
di FRANCESCO DANDOLO Fu Gabriele De Rosa, grande storico del Novecento, a documentare che la religiosità popolare era un fenomeno complesso. Da non guardare come si faceva e si fa
di PIETRO GARGANO Un bravo giornalista deve essere una brava persona, onesta, capace di raccontare pure i fatti che si intonano alle proprie idee. Non è un ragionamento da
di TIZIANA ESPOSITO “Silenzio, compostezza, commozione. Se chiudi gli occhi senti che in cinquantamila formano un cuore solo. Esagerato? Qui tutto è esagerato. Ma o ci sei dentro con la
di FILIPPO VELTRI Può un laico, persino un ateo, intendere il sentimento religioso, la fede? La risposta è sì, se si legge fino alla fine l’ultimo lavoro di Matteo Cosenza
di ROMANO PITARO “Casomai avessi dimenticato” e le parole segnate (e non dette) a margine delle pagine… Avrei dovuto presentare il bel volume di Matteo Cosenza (“Casomai avessi dimenticato”- Rogiosi
Carissimo Matteo, a poche ore dalla presentazione vomerese di “…casomai avessi dimenticato” – in uno spazio, la Libreria Iocisto, che mi è caro, tra l’altro – sento il bisogno, dopo
di RAFFAELE SCHETTINO Dicono che c’è sempre una correlazione tra la data di nascita e il nostro destino. Scorriamo il ‘49, anno di Matteo Cosenza, giornalista e scrittore: la Nato,
di FLORIANA GUERRIERO È un racconto che attraversa la storia del giornalismo, di una generazione e insieme del paese quella che consegna Matteo Cosenza in “Casomai avessi dimenticato”, Rogiosi edizioni.
di LINO ZACCARIA Matteo Cosenza viene da molto lontano. E lo dimostra con il libro “Casomai avessi dimenticato” (196 pagine, Rogiosi Editore), una sorta di autobiografia che si snoda attraverso
di NANDO MORRA* ti rubo tempo con una “particolare“, atipica, lettera personale che mette insieme il “ tu “ e l’Autore. Parlo, al contempo, con l’amico Matteo, compagno d’arme, e
di PROCOLO MIRABELLA Consiglio a tutti la lettura dell’ultimo bel libro di Matteo Cosenza “Casomai avessi dimenticato”. Giornalista di razza qual è sempre stato Cosenza, Matteo, come per me e
di GIUSEPPE IMPROTA Le recenti presentazioni e le recensioni sui quotidiani del nuovo libro di Matteo Cosenza (Casomai avessi dimenticato, Rogiosi editore) hanno evidenziato l’impegno politico costante ed il contributo
di FRANCO CIMINO Per fare politica ci vuole passione. La passione è il fuoco che arde il corpo e accende gli occhi sugli ideali per i quali si darebbe la
di UGO CUNDARI Impegno politico e giornalismo, sempre con la schiena diritta, sono le colonne sulle quali regge il racconto autobiografico “Casomai avessi dimenticato” (Rogiosi. pagine 212. curo 16) dello
di ANTONIO FERRARA Non è un saggio né un romanzo. Con “Casomai avessi dimenticato” (Rogiosi editore, 200 pagine, 16 euro) Matteo Cosenza manda in stampa un’autobiografia storicizzata, nella quale protagonisti