di GIUSEPPE IMPROTA

Le recenti presentazioni e le recensioni sui quotidiani del nuovo libro di Matteo Cosenza (Casomai avessi dimenticato, Rogiosi editore) hanno evidenziato l’impegno politico costante ed il contributo dato dall’autore, per alcuni decenni, al giornalismo di qualità campano e meridionale.

Un contributo sottolineato anche da diversi post apparsi su Facebook, dove Matteo, con interventi quasi quotidiani continua a farci apprezzare la sua fluida penna e lucida mente.

Nel suo post Procolo Mirabella si è soffermato, da ex redattore, sulla “creatura” fatta crescere e sviluppare da Matteo negli anni Settanta: la rivista La Voce della Campania. L’ex giornalista RAI per ricordare quei primi suoi anni di esperienza giornalistica presso il quindicinale napoletano ha premesso un simpatico titoletto, “Noi ragazzi di via Cervantes”, con riferimento alla strada che al n. 55 ed al 12° piano ospitava la sede della redazione. Un titoletto ricco di ricordi.

C’ero anch’io, infatti, tra quei “ragazzi”. Fresco di laurea, mentre completavo il servizio militare a Caserta, fui presentato a Matteo Cosenza da Giovanni Squame, allora segretario della sezione Pci di Ponticelli (la rivista, pur nella sua autonomia, era finanziata dal Pci).

Matteo, che proveniva da quell’esperienza politica nella Fgci di Castellammare efficacemente illustrata nel suo libro, accolse sempre con interesse ed attenzione ogni mia proposta. Mi occupai così del “dissenso cattolico”, della crisi e dei vari gruppi interni alla Dc, dei “Cristiani per il socialismo, delle comunità di base, della rivista “il tetto”…

Per me e per gli altri “ragazzi” La Voce della Campania fu una palestra di giornalismo. Ma anche un “cenacolo politico-culturale” (con esperienze ed età diverse), in cui insieme si scandagliava la società e la politica del tempo, andando al di là delle cronache politiche quotidiane. L’obiettivo era quello di dare un contributo di analisi e proposte alla società, alla Sinistra, al Pci.

Da qui indagini, inchieste, “speciali”, dibattiti, interviste… Come, per ricordarne qualcuna, la mia inchiesta in otto puntate sui “Gruppi”, partiti e movimenti extraparlamentari di quegli anni (la si può leggere sul mio sito www.giuseppeimprota.it), lo “speciale” sul ’68 a Napoli, l’inchiesta sul “Potere a Napoli”, utilizzata da Percy Allum nel suo capitolo per la “Storia della Campania” pubblicata dalla rivista a fascicoli (seguiranno la “Geografia della Campania” e “ Cultura materiale, arte e territorio in Campania”)…

Non posso elencare i vari collaboratori e redattori. Potrei ometterne qualcuno. Ricordo solo lo scomparso Ubaldo Grimaldi e le sue approfondite analisi del mondo della scuola, che gli permisero in breve di diventare consulente e collaboratore de Il Sole 24 Ore (due anni fa ne ho parlato nel mio libro L’amico preside Ubaldo, Il Quartiere edizioni).

Uno dei tanti bei risultati di cui, insieme con molto altro, può ben essere soddisfatto Matteo Cosenza!

Recensione pubblicata sul sito www.giuseppeimprota.it il 23 luglio 2020